Che ci dobbiamo ancora inventare? La fantasia è al limite... |
E' di ieri la notizia che il Consiglio Regionale Sardo (non quello della FIDS, quello che governa la Sardegna) ha votato un ordine del giorno per valutare se restare in Italia o meno.
Si sa che la ragione per cui le regioni a statuto speciale in Italia hanno questo status particolare è dovuto alla loro storica voglia di andarsene dal bel paese (e chi può dare loro torto nella situazione in cui siamo finiti?).
Il voto sardo sembra asseverare, esemplificare in maniera lampante, la superficialità ed il grande rischio di affidare le proprie relazioni, la propria campagna elettorale, ad un sardo che ogni volta, ad ogni elezione, ha avuto gran bisogno del soccorso degli uomini del "continente".
Ma, d'altronde, chi non conosce la storia commette errori marchiani, spacciandoli a sè stesso come colpi di genio, di cui però poi paga le conseguenze.
Ebbene, come diceva una vecchia canzoncina il cui refrain era "avanti 'ndre, avanti 'ndre che bel divertimento, avanti 'ndre avanti 'ndre, la vita è tutta qua", da mesi denunciamo la risibile strategia dei tre presidenti regionali Cabiddu, Costantino, Gentili che, non sapendo che pesci pigliare, tutto cominciano nulla portano a termine.
Per due volte hanno buttato nella mischia il "fake" (la finzione) della convocazione ad elezioni per snidare i loro concorrenti. Per due volte si sono fatti del male da soli.
Il trait d'union, uno dei pochi punti di accordo tra tutti i presidenti regionali, riuniti a Rimini a settembre, era chiaro: "Pregnolato non lo vogliamo vedere nemmeno in cartolina".
Si erano ben resi conto, alcuni presidenti regionali, del disastro e del vuoto concettuale dei nuovi SAF e STF oltrechè l'impossibilità di potere parlare e ragionare con l'onniscente druido padovano.
Ma Cabiddu, l'autodefinito leader delle regioni (solo per il fatto che con Carla Giuliani, ben prima che Galvagno si dimettesse, già lavorava al "teorema" per vincere le elezioni) ha cominciato a dimostrare quella caratteristica per cui la democrazia federale, ogni volta, sembra guardare lui, salutarlo, volerlo baciare e poi, in realtà, si dirige verso qualcun altro, forse dietro o di fianco a lui, lasciandolo lì deluso e frustrato.
Questo accade ormai da trent'anni, da quando, al fianco di Franco Querzè tutti lo avevano soprannominato "pastiglia" per il suo essere ipocondriaco.
Ivo Cabiddu non ha doti di leader. E' evidente. Perchè se le avesse avute, visto che è nella danza sportiva dal 1980 (ci è invecchiato nella FIDS), oggi sarebbe presidente da lustri. Invece nulla.
Perchè è uno specialista nella sopravvivenza.
E, come dice la cantante sicialiana Gerardina Trovato (tanto per restare in un'isola a statuto speciale), "chi non ha paura di morire, muore una volta sola". Al contrario chi ha paura, vive una infinità di problemi che alla fine non si realizzeranno mai.
Cabiddu, come Gentili e Costantino, prima (forse è anche giusto così, per carità) mettono le loro ambizioni, poi il resto. Il resto è sacrificabile.
Questo li fa diventare ondivaghi, inconsistenti, poco credibili nelle strategie che propongono.
Si dice che a fine mese, in Toscana, Ivo Cabiddu abbia organizzato una riunione dove invita i presidenti "di cui si fida". Peccato che molti presidenti non andranno perchè non si fidano di lui.
Perchè ne hanno a dir poco le palle piene delle cazzate estemporanee del sardo e dei suoi due amici.
A gennaio Costantino strillava di dovere firmare la richiesta a Carla Giuliani di candidarsi (è stato mandato a quel paese dalla maggioranza dei presidenti regionali).
Ora, avendo pensato che Carla Giuliani non ce la può fare, vogliono cercare di fare la stessa cosa con Matarrese.
Per questo Giovanni Costantino si è lamentato pubblicamente durante la prova di campionato italiano organizzata in Sicilia di "Roma" per le giurie inviate e non arrivate (nel frattempo ci ha messo una marea di siciliani)...
Gentili segue a ruota.
Sbalestrato, confuso, con un'unica certezza in mente: come devo fare per approdare al consiglio federale?
Le previsioni dei laziali di dicembre si sono polverizzate, vanificate, a causa del preparativo di una rissa di cui le prime urla cominciano a sentirsi.
Andracchio e Crocetta vogliono fare fuori Radicchio che li ha trattati sempre da ragazzini di bottega salvo farci accordi quando ha bisogno di loro.
In Sicilia Costantino perde pezzi.
In Sardegna qualcuno comincia ad interrogarsi su come è organizzato Ivo Cabiddu, come sta messo con le relazioni extra federali ecc.
La confusione regna sovrana.
In quest'anno l'unica cosa che tutti riconoscono è che non c'è stato un governo.
Il commissario Pancalli, forse stretto nell'imbarazzante morsa del "potentissimo" (autodefinito) segretario generale, non ha preso mai il comando, rimediando un fallimento dietro l'altro (sarebbe interessante sapere cosa porterà al Coni alla fine del commissariamento).
Carla Giuliani ha dimostrato quanto candidamente ammesso nella registrazione su youtube dove dice di non sapere nulla, di non sapere da che parte cominciare, ed è evidente che permanga ancora in quella situazione.
Per cui, l'unica analisi plausibile, come diceva Gino Bartali è che "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare".
Ora non sappiamo cosa succederà. Ciò che però è chiaro è che la logica di Cabiddu che dice "senza una unione presidenti regionali (senza Carla Giuliani) - gruppo Pregnolato (che candiderebbe Matarrese) si perde" è l'avvio dell'apocalisse che porterà all'armageddon per persone che alla danza sportiva portano solamente caos.
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